Interessante incontro c’è stato lo scorso 11 aprile a Roma presso la biblioteca Arcipelago Auditorium per un dibattito sulla Basilica patriarcale di San Pietro in Vaticano: prendendo le mosse dall’aspetto archeologico dei luoghi, si è ampiamente proseguito ad esplorare i percorsi attraverso cui il profilo strettamente artistico e storico ben si coniuga con il liturgico.
In particolare è stato posto al centro un focus sugli studi riguardanti le donne imprenditrici e insomma le stesse maestranze femminili nella cosiddetta Fabbrica di San Pietro, dove ampia era la presenza delle lavoratrici donne e sin dalle origini. Aspetto mai abbastanza esplorato e tuttora poco noto ai più, le lavoratrici della fabbrica petrina erano specializzate con molteplici mansioni tutt’altro che occasionali.
Le Carrettiere organizzavano e trasportavano i materiali pesanti come pietra e legno, a fianco di Intagliatrici di legno e pietre; Capatrici di smalti recuperavano tessere di mosaico dai calcinacci dell’antica basilica e, ancora, le Patentate erano fornitrici di manodopera espressamente accreditate presso l’istituzione Vaticana, dunque accreditate di salario pure con facoltà di trasmettere l’incarico ad un familiare.
Il quadro fornisce uno spaccato autentico di quale fosse il ruolo della donna nel XVI secolo. Centrale nel sostentamento e accrescimento delle attività di famiglia, la figura femminile garantiva continuità e sostegno al nucleo tutto, soprattutto in caso di morte del marito o padre, il tutto con sostanziale parità economica rispetto all’uomo.
Del cantiere petriano giungono davvero sin dal Cinquecento ampi spaccati che fanno luce su quanto ricchi e variegati furono gli impieghi della manodopera femminile e non solo quale mero supporto alle attività primarie, esclusivo appannaggio degli uomini. Torneremo a ‘perlustrare’ il mondo prezioso rivelato da quell’epoca e quella realtà di vita e di lavoro. Scopriremo, mai abbastanza, quanto emerge attraverso esperienze autonome di vere e proprie imprenditrici, donne protagoniste e nient’affatto comprimarie, eccellenze autentiche di cristallino talento artistico.