Sotto l’albero di Natale, i decreti attuativi dal Governo Gentiloni:  tappe importanti di una legislatura infinita.

Il varo dei decreti che dànno attuazione e convertono  in legge i decreti emanati dal parlamento su legge delega, rappresenta sempre un momento non solo importante, per l’attività di governo, ma giunge ad essere perfino emblematico: coronamento di una complessiva attività parlamentare che introduce nella vita del Paese nuove norme, riforme e rinnovate regolamentazioni. Ancor più quando, come in questo caso, le ultime giornate dell’anno 2017 hanno rappresentato anche il capitolo finale del Governo Gentiloni prima dell’apertura ufficiale della promulgata tornata elettorale.  Sotto l’albero di Natale, i decreti attuativi dal Governo Gentiloni: tappe importanti di una legislatura infinita.
Uno tra gli ultimi  CDM dell’anno appena concluso, quello del 22 dicembre, ha inciso non poco sulla conferma di importanti ‘snodi’ normativi  attesi da tempo, a vantaggio di cambiamenti che già da queste pagine non abbiamo esitato a definire epocali, una volta che fossero stati  effettivamente varati e posti in essere.
In tema, specificamente di Giustizia, i più assidui lettori ricorderanno i preziosi interventi dell’avvocato Pasquale Lattari del Foro di Latina (https://www.ledmagazine.it/novita-disciplinari-per-la-pubblica-amministrazione-da-agosto-esecutiva-la-legge-madia/) che hanno fornito ampi ragguagli sul complessivo quadro della c.d. Legge Madia, in riforma della Pubblica Amministrazione.
A questo proposito sono stati, infatti,  varati e resi definitivi i 5 decreti legislativi che approvano  la richiamata L. 7 agosto 2015 n.124. I primi due contengono le norme in materia di pubblico impiego e valutazione delle performance di rendimento dei pubblici dipendenti.
Gli altri tre hanno inciso sulla riorganizzazione del Corpo dei VV FF, la revisione dei ruoli delle Forze di Polizia e  l’introduzione di corretivi procedurali in tema di licenziamento disciplinare. Non meno atteso, è anche ‘passato’ il varo di attuazione del DM  8 agosto 2017 col quale il MISE ha proceduto al riordino e riaccorpamento delle CCIAA sulla base delle proposte a suo tempo avanzate da Unioncamere.
Oltre che in materia di riforma della Pubblica Amministrazione, erano pure inserite – tra le molteplici altre misure poste in delibera di fine anno in tema di politiche agricole o adeguamento di norme sulla sìcurezza pubblica in linea con le direttive europee, importanti misure inerenti molteplici aspetti della Giustizia, sia penale che civile.
Anche in questo caso, guardiàmo per sintesi ma anche come quadro d’insieme utile per aprire un occhio generale sullo stato dei provvedimenti ‘entrati’ nel diario di fine legislatura. L’Esecutivo ha così provveduto, nel rispetto dei termini cronologici previsti  dalla Legge delega,  a dare attuazione a tre misure grandemente attese e invocate   in tema di  riforma della magistratura onoraria (decreto legislativo 13 luglio 2017, n. 116), di equo compenso delle prestazioni legali (decr. 7 agosto 2017) e riforma del processo penale, con significative modifiche di sistema, tanto di diritto sostanziale che processuale, sul decreto 23 giugno 2017 n.103.
Ne accenniamo qui a mo’ di pro-memoria e simbolico percorso su cui costruiremo le più ravvicinate riflessioni dei nostri esperti e raccoglieremo le opinioni di operatori particolarmente vicini non solo ai profili interessati sul piano strettamente professionale, quanto sotto quello ben più generale dell’informazione al Cittadino comune. E’ lui, sarà bene ricordarlo sempre, l’Utente fruitore della stessa Pubblica Amministrazione, il primo punto di riferimento di un rapporto di fruizione-servizio che non deve mai veder incrinarsi un piano generale di qualità e razionale efficienza. Per l’insieme dei provvedimenti approvati  in via definitiva, e dal 2018 divenuti legge, si avvia la verifica sul campo. Giunge, insomma, il momento della dimostrazione di sostenibilità, efficacia e fondatezza delle linee e delle scelte di Governo. Come pure, viene da aggiungere, dovrà testarsi la capacità del Sistema di rispondere a disservizi e carenze epocali (si pensi proprio alla P.A.) non solo  basandosi su rinnovati provvedimenti disciplinari e deontologici: i ‘furbetti del cartellino’, tanto per richiamare un esempio di fresca memoria e così caratterizzante la ricca rassegna del 2017, continueranno a proliferare senza che intervenga  un’effettiva inversione di tendenza. Dal profilo disciplinare e dimostrativo, sappia – ogni settore  – elevarsi ad un rinnovato stile e più profonda cultura delle politiche di efficientamento.
Non vediamo auspicio migliore, pur fra tante prove che già si annunciano cruciali, per le sorti della Cosa Pubblica in questo 2018, già ricco di sfide decisive per il futuro di tutti.

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