Musica – Alessio Ingravalle: una voce di libertà

Vi siete mai chiesti se siamo davvero liberi come pensiamo (o ci fanno pensare) di essere? O forse la libertà che crediamo di avere è in parte soltanto apparente, ostentata e frequentemente contraddetta?
Che le cose stiano proprio così ne abbiamo avuto prova il 21 aprile: un tranquillo sabato pomeriggio romano,in cui la luce calda di un normale tramonto primaverile illumina i vicoli di San Giovanni. Tranquillo silenzio ovunque.
A romperlo è la voce calda di un giovane cantautore, Alessio Ingravalle, sulle note del suo primo disco “Sono nato di nuovo”.
L’evento di presentazione si è svolto presso il teatro “Lo Spazio”: un ambiente vivace e riservato, familiare e raffinato al tempo stesso, in perfetto accordo con lo stile musicale proposto.
Il tutto si è dimostrato un’ottima cornice per il messaggio forte che l’artista ha lanciato: come la musica sia non solo uno strumento piacevole a cui ricorrere nei momenti di tempo libero, ma anche un mezzo di denuncia, uno spazio in cui ragionare ed esprimere con forza la propria opinione, lottare per i propri diritti, tentare di estirpare dalla società aspetti oscuri che fanno parte della nostra realtà quotidiana, ma che troppo spesso finiscono per passare sotto silenzio.
Tematiche forti mai troppo esplicitamente affrontate, addolcite dalle sapienti note del pianoforte di Emiliano Begni e sagomate dal ritmo delle percussioni di Alessandro Luccioli hanno saputo attraversare la psicologia di una bambina vittima di pedofilia, l’importanza della libertà d’opinione, di credere o meno in un dio, la dipendenza dal giudizio degli altri, la lotta che spesso si deve portare avanti contro dei cliché standardizzati che troppo spesso finiscono per essere dei limiti per la libertà dell’individuo. La rappresentazione di una società “libera”, ma che, se messa a nudo, appare molto più costrittiva.
Una società contraddittoria in cui l’omosessualità non è più un reato, ma in cui “gay” è ancora usato come un insulto.
Questo è stato l’aspetto più sbalorditivo: l’importanza e la profondità dei testi, delle parole dette che hanno più valore di mille discorsi politici, più taglienti di centinaia di manifestazioni di protesta.
La volontà di non conformarsi alla società è stata dichiarata apertamente dalle parole d’apertura del cantautore: “Io sono nato strano”.
Ma è questa la domanda che ha fatto sorgere: cosa può considerarsi “normale”? Cos’è la normalità, in base a cosa può essere stabilita e soprattutto da chi?
A tal proposito, nel testo di “Coltelli arrotondati”, sul tema delle adozioni da parte di coppie omosessuali, in un ipotetico dialogo con un figlio futuro, inizialmente viene detto: “ Perché dovrei chiedere il permesso di averti?”. E nel termine del pezzo “ Ma se un giorno io mi concedessi di averti, per te mi metterei a lottare, a provare a scardinare le abitudini o tutte quelle cose che tirano avanti la gente comune … Innamorati di un nano, di uno schiavo o di chi ti pare”.
Canzoni cariche di voglia di essere ciò che si è a prescindere dai limiti astratti che, seppur inosservati, spesso accompagnano ogni nostra azione.
Perché proprio in questo consiste la libertà: essere se stessi senza dover indossare maschere, non preoccuparsi del giudizio esterno..e forse questo può anche chiamarsi felicità.

Musica - Alessio Ingravalle: una voce di libertà

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